Abbiamo il piacere di intervistare Massimo Arcangeli, linguista, critico letterario e sociologo della comunicazione, insegnante all’Università di Cagliari. È garante per l’Italianistica nella Repubblica Slovacca, collabora con la Società Dante Alighieri, l’Istituto dell’Enciclopedia italiana e molte testate giornalistiche nazionali. Fra i suoi ultimi libri, usciti per Castelvecchi: All’alba di un nuovo Medioevo. Comunicazione e informazione al tempo di internet (2016); Faccia da social. Nazi, Webeti, Pornogastrici e altre specie su Facebook (con Valentino Selis, 2017); Il Renziario (2018); Il Salvinario (2019). Al Fizz Show presenta “Una pernacchia vi seppellirà. Contro il politicamente corretto” edito da Castelvecchi.
Il Libro
Con la scusa dell’igienizzazione verbale e del suo verbo “progressista”, proclamandosi portavoce di valori etici da diffondere ovunque, il politicamente corretto intenderebbe cancellare dalla nostra memoria i segni delle offese rivolte alle donne, agli omosessuali e a tutte quelle minoranze oggetto di discriminazione durante il lungo periodo che ha visto nascere, svilupparsi e infine ripiegare su di sé la civiltà occidentale. Ma proprio per questo il politically correct rischia di trasformarsi in una pericolosa deriva culturale da combattere, perché censurare il linguaggio può significare censurare la storia e la responsabilità civile e politica che ne deriva.