Le storie dell’imprenditoria del nostro Paese Italia continuano. Oggi scopriamo l’azienda Giessegi assieme a Gabriele Miccini, il suo amministratore delegato.
Un pò di storia
QUELLA del proprietario di Giessegi è una vera storia italiana. Gabriele Miccini entrò nell’azienda, che aveva un altro nome, ma che in linea diretta resta la stessa, nell’82 per gestire il Ced e dopo trent’anni, bassi, alti, passaggi di mano, fusioni e fallimenti ne è diventato il proprietario, nel 2013 se l’è comprata. Mobili, stiamo parlando di mobili, di un’azienda delle Marche, Appignano, Macerata, terra d’elezione per questo tipo di produzioni. Miccini è pratico e diretto: «Vengo da una famiglia povera, solo così hai quella spinta per ottenere risultati, a farcela quando sembra quasi impossibile».
L’INGEGNERE elettronico di allora, specializzato in Informatica, e nell’82 eravamo ai primordi di quella che poi sarebbe diventata la chiave del futuro, oggi è a
capo di un’azienda che al 2016 ha realizzato 127 milioni di fatturato, ha 540 dipendenti (ma sono stati anche 590) e uno stabilimento che si estende per 100mila
metri quadri, «altri diecimila li stiamo realizzando», aggiunge Miccini. Mobili, tutti, tranne le cucine: camere, camerette per bambini, letti, guardaroba, contract, uffici. «Non ho mai fatto aspettare un giorno il pagamento dei dipendenti e dei fornitori – racconta Miccini – Una cosa di cui sono fiero. Un’altra importante è fare e pretendere pagamenti molto corti, a breve». Uno dei motivi per cui Giessegi da tempo produce per la Grande distribuzione, i cui pagamenti sono corti, come ama dire Miccini.
«Sono entrato per tempo nella Gdo. Siamo il terzo fornitore di Mondo Convenienza, la struttura più forte che c’è nel settore del mobile – osserva l’ingegnere –
Pagamenti a breve servono per poter offrire prezzi vantaggiosi». Ma Giessegi ha anche una rete di 500 mobilieri che mettono sul mercato una produzione
ulteriore, lavorazioni più raffinate, anche se per Miccini, in realtà, sui mobili, nel design,
«poco è cambiato negli ultimi trent’anni».
«SIAMO all’avanguardia sui materiali. I mobili sono laccati, da molti anni verniciamo ad acqua», aggiunge l’ingegnere. Nello stabilimento di Giessegi il pannello
diventa mobile finito, pronto per la vendita. «Comperiamo pannelli da fornitori italiani, ne sono rimasti tre in Italia – dice Miccini –. Abbiamo cercato di migliorare l’estetica dei mobili. Modularità molto ampia». Viste le mille variabili nell’arredare le case, le esigenze le une mai uguali alle altre, nello stabilimento c’è un grande reparto, chiamato reparto pezzi speciali, in cui lavorano 40 persone, dove si fanno lavorazioni per adattare il mobile alle esigenze dei clienti. La Grande distribuzione, al contrario, vuole modelli standard. Un mix che funziona se è vero che negli ultimi quattro anni l’incremento del fatturato è stato sempre in doppia cifra, sopra il 15% annuo. Architetti ed esperti di design, sotto l’egida del presidente, fanno sì che l’azienda non dorma sui successi del passato.