Maria Rita Parsi, psicoterapeuta, psicopedagogista, docente, saggista, scrittrice, editorialista, svolge da anni un’intensa attività didattica e di formazione presso università, istituti specializzati, associazioni private. Membro del Comitato ONU per i diritti dei fanciulli e delle fanciulle, ha dato vita nel 2005 alla Fondazione Movimento Bambino ONLUS, per la tutela giuridica e sociale dei minori, per la diffusione dei loro diritti, per la formazione dei formatori – genitori, educatori, operatori della salute, della comunicazione – e per l’ascolto, l’aiuto e l’assistenza ai minori e alle loro fami-glie, in Italia e all’estero. Ha fondato e dirige il “Corso di specializzazione in psicoterapia umanistica a orientamento bioenergetico”. Collabora a molti quotidiani e periodici con rubriche settimanali. Al suo attivo più di settanta pubblicazioni. Oggi al Fizz Show presenta il suo ultimo libro, scritto assieme al giornalista Mario Campanella, “Generazione H” edito da Piemme.
Il Libro
Senza, non riescono a stare. Vivono immersi nello schermo dello smartphone, o in quello del pc, perennemente connessi tra loro e con il mondo, ma spesso sconnessi dalla realtà. Sono le nuove generazioni, dai Millenials in poi, “nativi digitali” e cittadini virtuali del mondo intero. A tavola, a scuola, al cinema, al bar, non se ne separano mai, e il timore più grande è non avere campo o credito. La facilità di accesso, le soluzioni immediate a ogni problema, da quelli scolastici a quelli esistenziali, la semplificazione delle relazioni fanno di internet il mondo parallelo perfetto, al cui confronto quello reale appare faticoso e deludente. Per questo gli adolescenti ci passano tanto tempo, come qualunque genitore sa bene. E pur senza arrivare agli estremi della sindrome di Hikikomori, la H del titolo − quel fenomeno nato in Giappone che riguarda ragazzi che si chiudono nella loro stanza e vivono solo in rete, senza lavorare, né studiare, completamente staccati dai genitori, dagli amici, dalla realtà −, la pervasività del virtuale nella vita dei giovani pone qualche dilemma su come relazionarsi con questi alieni. E vigilare affinché i limiti non vengano superati. Le storie di ragazzi che hanno rischiato di perdersi nel mondo virtuale mostrano i pericoli dell’uso incontrollato del web, ma dimostrano anche che affrontarli senza demonizzarlo è possibile, e indispensabile.