Un’altra bella storia del nostro Made in Italy: oggi parliamo di liquirizia e del marchio storico “Amarelli“. A raccontarci la storia, tra passato presente e futuro Pina Amarelli.
Un pò di storia
L’azienda Amarelli nasce nel 1731 a Rossano (Calabria), quando viene avviata, in un ampio capannone, il concio, una produzione su scala “industriale”, grazie al primo estrattore del succo di liquirizia che sottraeva una delle fasi più complicate della lavorazione all’attività manuale. Con i suoi trecento anni di vita, e oltre, Amarelli ha un posto nel club Les Hénokiens, un’associazione con sede a Parigi che raccoglie le imprese famigliari che abbiano almeno duecento anni di storia alle spalle.
Sempre nell’aerea industriale si trova il museo, nato nel 2001, che ha ricevuto negli anni numerosi riconoscimenti: uno su tutti, il Premio Guggenheim Impresa e Cultura.
Allestito nell’antica dimora, esso consente di percorrere tutta la storia della famiglia attraverso abiti d’epoca, testimonianze scritte, strumenti agricoli, macchinari, arredi, perfino la perfetta ricostruzione di una antica farmacia, l’angolo con l’antico scrittoio e la macchina da scrivere d’epoca.
L’evoluzione dei macchinari usati per estrarre il succo della liquirizia, le trafile per lavorare la pasta, i timbri per imprimere il marchio sui bastoncini, le etichette e le confezioni tradizionali, i panetti di liquirizia, dai quali poi si ricava la liquirizia purissima o la liquirizia gommosa: un’alta densità di oggetti ricchi di storia e di fascino che rapisce l’attenzione dei visitatori.