Daniela Frascati racconta, in esclusiva, ad Alessandro Fizzotti il suo nuovo libro “La Passeggera” (ed. Scrittura&Scritture). Daniela, impegnata da anni nelle politiche della differenza di genere e nel sociale, anche come organizzatrice di eventi culturali, collabora con vari giornali territoriali. Tra il 2005 e il 2012 ha pubblicato alcuni racconti in antologie accanto a nomi di calibro tra cui Camilleri, Carlotto, De Luca, Morozzi, Marcialis. È del 2011, invece, il suo romanzo Nuda vita.
Il Libro
La storia si svolge nel 1914, su un transatlantico diretto verso Il Nuovo Mondo a bordo del quale convivono personaggi di ogni genere e classe sociale. Fa spicco, tra gli altri, Aquilina, di cui non si sa nulla e che ha poteri extrasensoriali. Il piroscafo si chiama Il Paradiso e il suo capitano, Zocalo, uomo integro e altezzoso, lo governa con la presunzione di dare alla nave la dirittura morale e il rigore che non trova in altro luogo. Una sorta di sfida al mondo e a se stesso, alla quale è disposto a sacrificare qualsiasi sentimento entri in conflitto con il suo principio d’ordine. Durante la traversata cominciano a verificarsi una serie di avvenimenti rovinosi e morti misteriose, alcune attribuibili a omicidi, altre a un’ignota epidemia, esplosa improvvisamente di cui nemmeno il medico di bordo Nerio Ferrer riesce a trovare rimedio, ma che evoca la devastante influenza spagnola che porterà milioni di morti da lì a pochi anni.
Questi eventi s’intrecciano con la prepotente attrazione, da cui il capitano è preso, per una passeggera, Marie Verdier, apparentemente una piccola borghese imbarcata con il marito. “Quando percorreva i corridoi del Paradiso o passeggiava sul ponte, quando la notte, nel buio della cabina, accanto a suo marito, non riusciva a prendere sonno, avvertiva le ali leggere della
morte frullarle intorno. Allora le tornava in mente cos’era la vita quando le bruciava nelle vene e lei si consumava nella passione. Ecco, prima di finire per sempre, voleva, di nuovo, essere trascinata da quella dimensione incoerente e vertiginosa che sola riusciva a placare la sua ansia e quell’orrore del vuoto che ora aveva un nome.”
L’incontro tra il capitano e la francese si rivela potente almeno quanto la tempesta nella cui balìa cade la nave. In questa dimensione Zocalo perde l’autorevolezza e la lucidità con cui ha sempre governato la nave. Nessuno forse aveva colto il presagio di una traversata difficile nelle decine di gabbiani agonizzanti schiantatisi sul ponte della nave durante il passaggio nello stretto di Gibilterra.
Quando una cameriera mostrerà al capitano le piume nere disseminate nella cabina di Aquilina, il legame tra i suoi misteriosi poteri e quei fenomeni comincia ad assumere contorni inaspettati. Superstizioni, paure, sogni e passione renderanno il lettore ostaggio di questo intenso romanzo d’atmosfera. La narrazione si svolge in terza persona. Visioni, mondo altro e sogni fanno da padroni nelle vite
dei personaggi. Allora tutto diventa possibile o, forse, tutto è sempre e davvero possibile!
La storia, oltre a vivere degli avvenimenti che l’attraversano, racconta il conflitto connaturato alla natura umana tra ragione e irrazionale, tra la volontà di dominare le passioni e il cedimento alle proprie debolezze nel tentativo di tenere sotto controllo le suggestioni e il lato oscuro che ci vive accanto. Si tratta di una storia dove i generi si mischiano con una costruzione da romanzo classico, anche se il filo conduttore è l’atmosfera fortemente connotata con la dimensione misteriosa legata ad Aquilina e alla sua natura anomala. Il registro linguistico adeguato al periodo in cui il romanzo è ambientato, gli inizi del ‘900.
“l’impossibile è sempre in agguato e la realtà è solo un inganno alla superficie delle cose; sotto la crosta c’è sempre l’inesauribile mistero del mondo.”