Al Fizz Show, Alessandro Fizzotti intervista Duccio Demetrio sul libro “Green autobiography” (ed. Booksalad).
Il Libro
Ora benigna e feconda nei suoi colori primaverili, ora fonte di dolore e di distruzione quando si annuncia con la forza dei cataclismi, la natura è pervasiva in tutte le manifestazioni. Il suo legame con l’uomo è primordiale e indissolubile: è musa ispiratrice di metafore che rievocano le vicende amorose più serene o dolenti, fa da quinta alle narrazioni letterarie più appassionate. È il rifugio dei momenti più intimi, negli interstizi rubati al cemento della vita metropolitana. Fiori e foglie, alberi, tramonti, spiagge e fiumi abbondano nelle composizioni liriche di ieri e oggi, ma anche nei nostri ricordi da bambini, durante quelle prime passeggiate nei parchi, nei boschi o in riva al mare.
Riflettere su sé stessi significa dunque intraprendere un percorso a ritroso nel tempo alla ricerca di uno o più fili verdi all’interno della propria esistenza. Alla scrittura è affidato l’arduo compito di dipanare, in piena libertà, i ricordi e gli incontri con la natura, così da ricostruire insieme tutti i tasselli del proprio mosaico green.
«Occorre avvalersi della penna non solo come aratro ma anche come sacco di sementi, come congegno indispensabile per una buona potatura, per scoprire quanto la natura in fiore si sia insinuata in noi e attenda, come Persefone, che qualcuno la richiami dall’Ade. Riportando alla luce potenzialità che potranno rifecondare i giorni non belli, immortalare nella nostra mortalità quelli smaglianti. E così accade che la scrittura ci chiede di ricucirli, anzi di trapuntarli gli uni con gli altri, dando luogo a una coltre sempre più verdeggiante costellata di momenti indimenticabili. […] Da quella trapunta di fogli, emergeranno ricordi che delineeranno la propria autobiografia green all’insegna di un approdo esistenziale dotato di grande coerenza. […] Perché la natura offre gioia nel momento in cui ci accade di contemplarla e nell’istante in cui questo miracolo si rinnova nel contatto diretto o nelle evocazioni che si fanno parole poetiche, meditazioni, ripensamenti».
Mescola insieme esperienze sensoriali e ricordi d’infanzia Duccio Demetrio in Green autobiography, mentre racconta lo stupore dinanzi all’azzurro di un cielo terso, la quiete di ascoltare lo sgocciolio dell’acqua nei boschi, il significato profondo di contemplare un sasso o un albero a cui non si era prestato attenzione. L’autore ci guida attraverso la riscoperta del nostro rapporto più intimo con la natura, sia grazie a una fine introspezione psicologica del proprio Io, sia attraverso citazioni letterarie: dai miti ancestrali alle liriche agresti di Virgilio, Ovidio e Catullo, passando per Antoine de Saint-Exupéry, Jacques Prévert, Goethe, Yeats.
Tuttavia, il campo dell’erudizione viene presto abbandonato per lasciare spazio al lettore. A lui è rivolto infatti l’invito a chiudere gli occhi e a iniziare un viaggio che, proprio a partire della natura e grazie all’aiuto della scrittura, lo condurrà ben più lontano di quanto avesse potuto immaginare e che lo porterà a confrontarsi con gli inesauribili enigmi rispetto ai quali la filosofia e la scienza non sanno ancora dare risposte definitive, dal mistero della nascita dell’universo alla responsabilità etica di salvaguardare il nostro pianeta.
Duccio Demetrio dopo essere stato professore ordinario di Filosofia dell’educazione e della narrazione all’Università degli studi di Milano Bicocca, è ora docente e direttore scientifico della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, da lui fondata con Saverio Tutino nel 1998, e di Accademia del silenzio. È autore di oltre 40 opere dedicate alla condizione adulta, alla scrittura terapeutica di sé, alla formazione nel corso della vita.