La European Alliance for Personalised Medicine, l’organizzazione con sede a Bruxelles che dal 2013 lavora per l’integrazione della medicina personalizzata nel sistema sanitario europeo, ha scelto Milano per avviare, nel corso di un convegno svoltosi oggi all’Università Statale, il percorso che dovrà definire – entro 1 anno – una strategia comune perché i benefici ormai ampiamente dimostrati delle terapie personalizzate divengano realmente accessibili per tutti i cittadini europei, a prescindere da dove si trovino, in linea con il principio fondamentale dell’eguale diritto all’accesso alla cura.
Promotori dell’iniziativa, Gabriella Pravettoni, ordinario di Psicologia delle decisioni in Statale e Direttore della Divisione di Psicologia in IEO e Filippo De Braud, direttore Dipartimento di Oncologia dell’Istituto nazionale dei Tumori e docente di Oncologia medica alla Statale, rappresentanti dei due saperi più coinvolti dall’innovativo metodo di cura: l’oncologia, l’ambito più avanzato nella medicina personalizzata, e la psicologia, per l’attenzione che pone al paziente.
Al Fizz Show il prof. Filippo De Braud
La medicina personalizzata considera il profilo biologico e le informazioni genetiche del paziente, il suo stile di vita e i fattori ambientali per ottenere una diagnosi e una terapia migliori, più efficaci rispetto alle sue specifiche esigenze, rispetto al modello generico classico. Attuare la medicina personalizzata significa fornire la terapia giusta al giusto paziente al momento giusto, riducendo il ricorso a terapie non necessarie e costose e garantendo così maggior efficienza al sistema sanitario.
L’ostacolo maggiore a questa nuova forma di trattamento sta nella eccessiva frammentazione degli standard di assistenza, tra i vari paesi europei e anche nello stessa regione, come succede in Italia. L’appello lanciato da Milano riguarda anche: la promozione della ricerca per valutare l’efficacia dei farmaci personalizzati, il potenziamento della formazione del personale sanitario, l’adattamento della registrazione dei farmaci ai progetti di sperimentazione clinica che studiano le nuove molecole, il richiamo del coinvolgimento nel processo di tutti gli attori interessati, decisori politici, operatori sanitari, ricercatori, industrie, enti regolatori, medici e pazienti.
Milano è stata scelta per l’alto livello raggiunto nella ricerca, diagnosi e cura delle malattie oncologiche, che, e per la centralità che l’attenzione al tema ha assunto all’Università Statale: con la recente istituzione del Dipartimento di Oncologia ed emato-oncologia, che ha riunito le più prestigiose strutture oncologiche della città (IEO, Istituto Nazionale Tumori, Niguarda, San Paolo e Policlinico) e con quel progetto didattico assolutamente innovativo che è la “Cattedra di umanità”, che pone finalmente la persona malata al centro della formazione universitaria e professionale. L’Italia vanta inoltre strutture oncologiche di eccellenza, una grande disponibilità di farmaci oncologici, una diagnostica e un supporto alle cure di alto livello, l’accesso gratuito alle terapie, una diffusa sensibilità ai trattamenti personalizzati, associazioni dei pazienti attive e coese: condizioni che la pongono all’avanguardia in Europa per il contributo che può dare all’allargamento all’accesso alla medicina personalizzata.